I compiti principali delle ginocchia sono due: il sostegno del peso della persona e la deambulazione. L’articolazione del ginocchio è composta dai condili del femore e dagli omologhi della tibia. L’articolazione
è avvolta in una borsa contenente il liquido sinoviale. Tra le due superfici ossee ci sono i menischi cartilaginosi che servono ad attutire ed ammorbidire gli impatti dei passi quando camminiamo e quando saltiamo. Il ginocchio viene guidato nel movimento
dai legamenti collaterali laterali, dai legamenti crociati e dell’apparato muscolare che è composto da adduttori, abduttori, estensori e flessori. Gli estensori sono attaccati alla patella che trasmette la forza dei muscoli della coscia a quelli
della gamba, quando diamo ad esempio un calcio al pallone.
Le possibili patologie al ginocchio sono parecchie. Le più frequenti sono le lesioni dei menischi, le gonalgie e gonartrosi, conseguenze di cadute
e distorsioni che strappano i muscoli, menischi, legamenti collaterali e crociati. Le cadute con gli sci finiscono quasi sempre con delle lesioni a un ginocchio. Subito dopo un trauma osserviamo un gonfiore ed un impedimento nella mobilità
dell’articolazione. Se il ginocchio non si flette o se non si estende più completamente, si deve sospettare una lesione al menisco. L’integrità delle strutture ossee sono da controllare con radiografie, quelle legamentose con la risonanza
magnetica. La prima misura per combattere il dolore è l’applicazione di ghiaccio, l’impacco d’argilla o la crioterapia ad aria surgelata a -35°C. È obbligatorio il riposo. Dopo qualche giorno, se non ci sono fratture,
si procede all’esame clinico che comprende movimenti di flessioni, estensioni e torsioni, che ci insegnano quale parte dell’articolazione non funziona più normalmente. Nel caso di strappi muscolari, basta tenere il muscolo fermo e protetto
da ulteriori strappi e si continua con impacchi freddi. Quando c’è il sospetto di uno o più legamenti lesi, si procede all’artroscopia da uno specialista, che potrà eseguire anche la cura chirurgica necessaria. Le patologie
degenerative delle ginocchia sono dovute all’invecchiamento ed usura dei cartilagini e delle articolazioni. Le cartilagini interarticolari (menischi) degenerano e sono consumate lentamente durante la vita. Viene crearsi così un'artrosi
ed infine il blocco della giuntura. I traumi, l’obesità, le infezioni o le infiammazioni reumatiche sono le cause più conosciute. Nei casi più avanzati l'intervento con una protesi diventa inevitabile. Riflessi dolorosi originati
dall’anca (coxite) possono produrre dolori al ginocchio, anche se quest’ultimo non presenta alterazioni. Una dissimmetria scheletrica, dove una gamba è più lunga dell’altra, causa un carico anomalo delle ginocchia con un’usura
unilaterale maggiore e conseguentemente una distruzione prematura del menisco. Un piede piatto ha le stesse conseguenze. Un'altra patologia che si riscontra frequentemente è la ciste di Bakker, un gonfiore dietro il ginocchio che con impacchi freddi
diminuisce. In casi persistenti però si consiglia l’intervento chirurgico. La gotta potrà anche causare la gonalgia che sarà curata con dieta e medicamenti.
Il chiropratico si occupa dei disturbi
alle ginocchia nella fase diagnostica e cura iniziale. Manipola il ginocchio ed esegue la riabilitazione con esercizi mirati con attrezzi isochinetici, come il rinforzo muscolare ed articolare. Usa terapie antinfiammatorie come il freddo, ultrasuoni, magnetoterapia,
massaggi e unguenti. Istruisce al paziente gli esercizi idonei da eseguire a casa o in piscina.
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